Concordato con le partite Iva: parte la caccia ai dati del Fisco
L’Agenzia delle Entrate sta lavorando per implementare un nuovo concordato preventivo per le partite IVA, cercando dati da diverse fonti per migliorare il controllo delle imposte in modo preventivo. Questo cambiamento mira a passare dalla verifica delle imposte in ritardo (ex post) a una verifica in anticipo (ex ante).
L’obiettivo è raccogliere dati da diverse fonti per calcolare in anticipo l’imponibile e le imposte dovute per circa 4,5-5 milioni di partite IVA. Questo processo richiede l’uso diffuso dell’intelligenza artificiale e lo scambio di dati.
Inoltre, si sta considerando l’idea di revocare il concordato se, nei due anni successivi alla sua firma, si verificasse uno scostamento percentuale (10% o 20%). Questo è un tentativo di evitare che il concordato venga visto come un condono preventivo e di renderlo invece un tutoraggio costante per le attività economiche con ricavi o compensi fino a 5,1 milioni di euro.
Per realizzare questo obiettivo, l’Agenzia delle Entrate deve elaborare enormi quantità di dati nel rispetto della privacy. L’uso di dati dai scontrini mancati, ad esempio, contribuirà a colmare le informazioni mancanti e a monitorare l’andamento delle attività economiche.
La fattura elettronica sarà una fonte importante di dati, e dal 2024 sarà estesa a tutti i contribuenti nel forfettario. Questo cambiamento darà più tempo per conformarsi alle nuove norme (fino al 30 novembre 2024) anziché eliminare l’indicazione dei costi e dei consumi nella dichiarazione dei redditi.
In generale, l’obiettivo di questa iniziativa è migliorare la dichiarazione delle entrate da parte dei contribuenti e aumentare la precisione nella determinazione delle imposte dovute.
fonte: IlSole24Ore
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